lunedì 16 maggio 2011

stupirsi della normalità

Eh lo so, ne avete le tasche piene della mia filo germanicità. Ma non ci posso fare niente se ogni volta che vengo qua noto qualcosa che mi colpisce.

Il mio rapporto con questa città è di lunga data. Sin dalla prima volta Amburgo mi apparve subito per quello che è. Una città a nord della Germania, dove a Febbraio il tempo è inclemente e la temperatura rigida. Grigia come il cielo che la sovrasta. La città anseatica è veramente godibile solo con il bel tempo. I suoi canali, le passeggiate lungo il lago, il giardino di planten und blumen, la vita serale nelle strade di Altona e quella notturna di Repperbahn si godono appieno solo quando non piove, meglio ancora con il sole. Fare il metereologo ad Amburgo è una professione tranquilla. Dite che pioverà e quasi al 70% ci avrete azzeccato, in qualunque stagione dell’anno. Anche la prima sera che giunsi là pioveva. Prima di partire scattai un pò di foto, per ricordare quel viaggio nel paese delle meraviglie che era un grande laboratorio di ricerca. Le avrei tenute come un ricordo caro se non fossi mai più tornato là. Vi tornai invece decine di volte e continuo a farlo.


Ed ogni volta mi lascio sorprendere. Sono 14 anni che vengo qua e scopro sempre qualcosa di nuovo. Adesso c'è una conferenza organizzata al porto e per arrivarvi si passa nelle stradine lì intorno che sono piene di ristoranti e caffè. Stamani, sul presto, la vita non pulsava. La pioggia scivolava pigra sui tavoli e sulle sedie accatastate sui marciapiedi, gocciolando dagli orli degli ombrelloni. E lì ho pensato che quei tavoli e quelle seggiole sarebbero di graziosa decorazione in qualunque giardino. Eppure eccole lì, lasciate all'addiaccio, senza una catena, una protezione, nulla. Nel posto più malfamato per eccellenza di una città: il suo porto. Nessuna grata alle finestre, ne' impianti di allarmi. Eppure questa è la normalità e se non ce ne accorgiamo vuol dire che oramai siamo abituati al peggio. 

2 commenti:

  1. Non sono ancora riuscito ad andare ad Amburgo, se non di passaggio. Mia figlia ha buttato una paperella nell'Elba e le ho detto che sarebbe arrivata ad Amburgo un giorno.
    Chissà se lo ha capito.

    Però noto: "E lì ho pensato che quei tavoli e quelle seggiole sarebbero di graziosa decorazione in qualunque giardino"
    Dì la verità, te le volevi fregà eh?
    :-)

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  2. No perchè l'ambiente ti condiziona (a parte che non ho un giardino e dunque...). Se tutti buttano la carta per terra ti sembra un peccato minore farlo. Se non c'è nulla per strada però sporcare risulta un vero crimine. Il contesto aiuta moltissimo. E qui tutto è decisamente favorevole ad una autodisciplina.

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