domenica 19 giugno 2011

la vigna dei coglioni

Il mio vicino di casa, di cui ho grande stima, utilizza questa colorita espressione per indicare che a fronte della nostra pazienza verso comportamenti scorretti c'è qualcuno che pensa di approfittarne.

Ci sono due Italie e la divisione non è destra-sinistra. C'è una sottile linea che, spiace dirlo, deriva molto dal censo. Da un alto c'è una Italia giovane, piena di entusiasmo, ma squattrinata, dall'altro una casta di privilegiati ma molto ben forniti economicamente.

Un ragazzo l'altro giorno mi diceva perché vuole andare all'estero: "da noi sei un peso, ci mettono mesi a farti il contratto e poi a pagarti. quando vai fuori il primo giorno hai contratto, soldi, ufficio, scrivania, computer, email ufficiale e sopratutto ti considerano una risorsa".

Gira voce che forse l'Università non ce la farà a pagare gli stipendi quest'anno. Sarebbe seccante dovere rimanere a casa senza soldi.

Eppure lo stato ha 4,2 miliardi di crediti. E chi sono i debitori? Molti di quelli che stavano a Pontida per esempio, che si lamentano se producendo più latte delle loro quote devono pagare le multe. Coloro che non vogliono che a fronte di mancate imposte versate lo stato gli sequestri i beni. E questa gente ha un megafono nel governo.

E pensate alla valanga di soldi che vanno ai boiardi di stato. Sentivo per radio alcuni giorni fa una lunga intervista a Masi, ex direttore generale della Rai. Era francamente indifendibile. "ma la chiamavano i politici?"- "non ricordo". Ma quante telefonate al giorno?, non il nome. Non so.

Poi però si ricorda che a chiamare erano sopratutto "le gnocche". Non le donne, non le aspiranti stelline dello spettacolo. Le gnocche. Sottolineando però che lui non aveva bisogno della sua posizione di potere per approfittare di loro. Anima bella. Contrariamente a quanto si racconta di un ex direttore del TG1.

D'altronde il modello culturale che si impone oggi è che studiare non serve a nulla. La Minetti, a lungo etichettata come igienista mentale del premier, vuole fare il ministro degli esteri. Il trota è consigliere comunale.

Masi sottolineava il ruolo positivo della "segnalazione". Non si chiama raccomandazione, ma segnalazione. E' come chiamare un cieco non vedente. C'è una idea di politically correct insulsa e fastidiosa. Ma sì la segnalazione è importante, dice Masi, il nostro paese è fondato su questo. Ed ha ragione, non è fondato sul merito o la competenza, ma sulla segnalazione.

Spero che il giorno che si sente male sarà operato da un chirurgo "segnalato" da qualcuno piuttosto che bravo. Eh sì perchè a nessuno frega nulla se lo stato è creditore, pensando che non siano soldi suoi. Così nessuno si indigna se qualche figlio di fa carriera. Salvo poi incontrarlo sulla propria strada.

E allora basta con al vigna dei coglioni. Non è essere moralisti, l'etica è una cosa pratica. Funziona meglio!

Nessun commento:

Posta un commento