lunedì 19 agosto 2013

Working to Progress

Viaggio meno di un uomo di affari ma più di un comune cittadino. Ho visitato con varie frequenze circa 35 aeroporti nel mondo, preso qualche centinaio di aerei e fatto almeno una ventina di tratte intercontinentali. Proprio un pivello non sono.

E poichè parto da Roma passo sempre per Fiumicino. Ma come, ancora parli di Fiumicino?

Cristo non si è fermato ad Eboli, ha fatto scalo a Fiumicino( http://futuroposteriore.blogspot.com/2011/05/cristo-non-si-e-fermato-ad-eboli-ha.html), Roma-Milano-Roma (http://futuroposteriore.blogspot.com/2012/05/roma-milano-roma.html e 18 minuti (http://futuroposteriore.blogspot.ca/2011/12/18-minuti.html) sono stati già dedicati a questa perla del trasporto aereo.

Ma Fiumicino, anzi aeroporti di Roma, riesce sempre a sorprenderti con la sua infinita superficialità.
Il buongiorno si vede dal mattino: al controllo di sicurezza mi hanno fatto ripassare perchè non stavano guardando. E (neppure negli US mai sucesso) non gli è bastato che togliessi il PC ma hanno voluto fuori anche i cavetti di alimentazione. Ora non ci vuole molto a capire che un cavo è un cavo, anche ai raggi X. Ma questo potrebbe rientrare nella pignoleria di un zelante poliziotto.

Quello di cui non ci si capacita è il gate H. H come Hiroshima, H come la bomba che mette sulla tua giornata. Per gli intercontinentali ero sempre partito dal satellite, gate G. No, H è la serie B dei gate, è un hangar (ah! H starà per hangar?) poco condizionato, dove affluiscono circa 20 gate in uno spazio molto angusto nel quale se ci sarà posto per far sedere un quarto delle persone che attendono è grasso che cola. Scene atroci, genitori con bambini al collo per ore, anziani tenuti in piedi, gente seduta a bivaccare.

Ma sopratutto l'H è per le rotte di serie B. Tutto l'est europeo, ma anche Tel Aviv e qualche sfigatissimo volo come Toronto e Boston. Ora non tutti i popoli manifestano lo stesso interesse per l'igene e la saponetta e molti di questi che affollano il terminale H non lo hanno di sicuro familiare. L'aria è pesante.

A questo aggiungiamo la criminale incompetenza di chi pensa di potere far salire su un aereo intercontinentale 250 persone con UN SOLO AUTOBUS!!

Eh sì perchè il terminale H usa solo bus. L'operazione di imbarco di un intercontinentale può durare anche 45 minuti, ma se ogni 40 persone il bus deve portarle all'aereo e poi tornare indietro ecco che si arriva al delirio di un'ora e mezza. Passata in piedi ovviamente, a cui va aggiunto il tempo in cui i tapini, ignari della fogna nella quale si stavano cacciando, sono arrivati in anticipo al tragico terminale H.

E mentre ti chiedi come è possibile che una persona dotata di un quoziente intellettivo superiore a 20 possa partorire una tale bestialità, ecco che arriva il manifesto, il cartellone gigante e geniale. Una beffa. Working to Progress, "to" non "in" sapiente gioco di parole. Lavoriamo per un aeroporto migliore.

Un caro augurio: ammalatevi.




mercoledì 7 agosto 2013

Sveglia ragazzi

Non sento che parlare di quanto sia difficile essere giovani oggi, con la crisi, con la disoccupazione in questa fascia di età  al 40%, con le scarse opportunità che ci sono.

Eppure non sono affatto d'accordo. Le opportunità oggi non sono più scarse di quelle della mia generazione, anzi.

Noi siamo quelli che hanno inventato il precariato e siamo stati la prima generazione ad averlo subito sulla propria pelle. E se oggi è un problema sentito e si cerca di porvi argine è perchè ha massacrato una generazione, la mia!

Oggi un giovane ha un dispositivo portatile dal quale può avere accesso a tutto il sapere umano. Scambia libri in pdf, li compera o li scarica illegalmente. Il risultato è che non deve passare il tempo a fotocopiare i libri, a prenderli in biblioteca, a perdere giornate dietro le bibliografie.

Comunica con il mondo, noi al più avevamo gli amici di penna. Grazie ai voli low cost può girare  almeno l'europa, in modo per noi impensabile un tempo. Ha accesso ai film in lingua originale sul proprio portatile e migliora la conoscenza delle lingue straniere.

E' il progresso baby, ed è giusto che sia così. Conosco un ragazzo che sta facendo il dottorato a Cambridge, che si è trovato da solo. Un'altro lo ha preso ad Oxford e anch'egli è riuscito con i propri mezzi e grazie alla rete a trovare una opportunità.

Dunque per favore basta lamentarsi. Perchè se è vero che la frase sui bamboccioni è falsa, crudele e infelice, è altresì vero però che non molta gente si vuole realmente mettere in gioco e tirarsi su le maniche. Ma sopratutto è vero che in molti giovani non c'è una tensione al cambiamento. Non tutti certo, ma molti. Non si preoccupano del mondo di domani, non vogliono migliorarlo, non hanno un ideale.

Il loro mondo è ripiegato su se' stesso, pensano al proprio orto, a cercare di preservare un benessere ereditato, senza indignarsi, senza ribellarsi, accettando una realtà così come è. O peggio ancora non si preoccupano, tanto ci pensa papà.

Di tutte le sciagure che non ci possiamo permettere è che il ricambio generazionale non porti novità, rottura dei vecchi schemi, evoluzione.

Come diceva Sabin i saggi sono coloro che accettano il mondo. Il progresso è solo opera dei folli. Forse abbiamo bisogno di giovani un pò più folli.