mercoledì 19 marzo 2014

La grande presa per il culo

L'Università è una grande presa per i fondelli. Le regole del ministero, la bibbia incontestabile del nostro operare, dicono che bisogna laureare. Non importa come, non conta chi, ma gli studenti devono arrivare alla laurea.

Che poi la conseguano con un voto polare e che essa non sia altro che un mero contenitore della loro ignoranza frega no. Non si vogliono poche persone preparate ma molte ignoranti. Abbasso la qualità, viva la quantità.
Le Università sono prese per il portafoglio. Minore è la percentuale di studenti che facciamo laureare rispetto agli iscritti, tanto minori saranno i soldi che prendiamo. Così paradossalmente un ateneo di valore, e dunque selettivo, viene considerato meno di un diplomificio.

Questa è una grandissima presa in giro, in primo luogo per gli studenti. Che senso ha dargli una laurea quando questa non corrisponde ad una abilità? Una volta quando si andava agli esami e non si sapeva qualcosa si era pregati di lasciar perdere e di tornare.
Oggi, figli forse della cultura televisiva dell'aiutino, si cambia domanda, ci si riduce a chiedere delle stupidaggini. E anche se magari con voti glaciali, tutti avanti. Ma così non certifichiamo altro che l'ignoranza.

E non facciamo un servizio proprio agli studenti. Non tutti sono tagliati per le stesse cose. Potersi iscrivere all'università è un diritto, ma prendere una laurea no! Se li bloccassimo subito, forse capirebbero che è meglio cambiare materia, o almeno modo di studiare. Invece gli facciamo perdere gli anni migliori e creiamo una società di laureati ignoranti.

Chi non entra a medicina perchè non supera i test, si iscrive all'Università di Tirana, dove insegnano docenti italiani che mandiamo a nostre spese. Dopo un anno questi ragazzi possono chiedere di passare al secondo anno in Italia e voilà, aggirato lo sbarramento. Questi sono i dottori che ci cureranno!!

E paradossalmente prendiamo per il sedere anche gli studenti bravi. Perchè a fronte di chi non sa la circonferenza di un cerchio o chi, richiesto di un numero fondamentale, dice, al terzo anno di fisica, 'Professò io coi numeri so' un casino'...c'è anche chi è bravo, perchè le persone abili nascono sempre.

A queste facciamo il torto ancora maggiore, perchè li sottostimoliamo, gli diamo molto di meno di quello che potrebbero avere.

Se la classe dirigente di oggi non vi soddisfa, aspettate quella di domani, che si è laureata in questo modo! Mi attendo un giorno un dottore che mi dica: "no guardi io con il sangue un macello..."