giovedì 11 giugno 2015

Hypocrites

Una volta pensavo che la politica o la società avessero determinato il disfacimento dell'Università. Invece ora credo che il processo sia andato al contrario, sono stati gli Universitari che hanno trascinato il paese nel baratro. Sono stati loro che hanno formato la attuale classe dirigente. Dove nascono i problemi?

Ce ne sono alcuni basilari. Anzitutto il modo di agire degli attori che si muovono negli atenei, i quali interpretano la loro missione non come un servizio alla comunità, ma a se stessi.

C'è poi un modo di fare completamente sbagliato. Diceva Sabin, scopritore dell'antipolio, che i saggi si adattano e invece i pazzi cercano di cambiare il mondo. Dunque il progresso è opera di pazzi. L'università di oggi si adatta a tutto, ai politici, ai rettori, alle cattive abitudini. Non si mette mai traverso, si adatta al mondo invece di adattare il mondo.

Qualcuno mi ha riferito un pensiero: ci sono solo due istituzioni millenarie, la Chiesa Cattolica e l'Università. E perché? Perché si sanno adattare.

Non potrei trovare parallelo peggiore, da un lato chi riconosce Galileo 400 anni dopo, dall'altro chi dovrebbe  produrre nuovi Galileo.

E poi c'è la madre di tutti i difetti: l'ipocrisia. In sistema che si basa sulla cooptazione invece che sul merito e anche ahimè sui vincoli di parentela, dove tutti sono purtroppo informati di questo cattivo costume, c'è però una stucchevole ipocrisia. Si cerca di indorare qualunque pillola, arrampicandosi sugli specchi per dare una giustificazione a ciò che si chiama con altre parole. Ma nessuno le vuole mai pronunciare.

Ora che invece di giocare a pallone con i piedi si usino anche le mani purtroppo lo dobbiamo accettare rassegnati, ma che chi le usa lo neghi questo è francamente indigeribile.

Non esiste riforma dell'Università che prescinda dalla riforma degli Universitari, e dal fatto che chi ha una cattedra non deve avere solo conoscenze e competenze, ma qualche virtù. Non tante. Ne basterebbe una: l'etica.